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La guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia

Alla guerra militare della Russia contro l’Ucraina l’Occidente ha risposto con una guerra economica: in cosa consiste?

Allo scorso 24 febbraio risale l’attacco russo all’Ucraina, dunque l’inizio di una guerra che ha sconvolto l’Europa e il mondo intero.

La risposta immediata dei paesi occidentali – Europa, USA, la Nato, e in un secondo momento anche Giappone, Australia e Nuova Zelanda – è stata caratterizzata da una serie di sanzioni economiche contro la Russia. Sanzioni che colpiscono il settore finanziario, energetico, dei beni di lusso, il traporto aereo, e persone specifiche (politici e oligarchi, soprattutto).

Ma non è la prima volta che sanzioniamo la Russia…

 

Sanzioni alla Russia PRIMA della guerra contro l’Ucraina

L’Occidente ha cominciato a sanzionare la Russia sin dal 2014, ovvero subito dopo il referendum sull’indipendenza della Crimea. Già allora, infatti, le azioni della Russia avevano compromesso o minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Le sanzioni si sono aggravate nel 2018, dopo l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, e sono state prorogate periodicamente fino al 2022, coinvolgendo sempre più persone ed entità (all’11 ottobre 2022 ne contiamo rispettivamente 185 e 48).

Questa prima fase di sanzioni, avviate da USA, Canada e Unione Europea, è stata caratterizzata sostanzialmente dal congelamento di beni e dalle limitazioni sui visti d’ingresso per alcuni cittadini russi. Tra questi, anche alcuni membri della Duma.

 

Sanzioni alla Russia DOPO la guerra contro l’Ucraina

 

1. Primo pacchetto di sanzioni | 23 febbraio 2022

Dopo la decisione della Russia di inviare truppe nelle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk, dichiaratesi indipendenti, viene concordato il primo grande pacchetto di sanzioni: sanzioni mirate nei confronti di 351 membri della Duma e di altre 27 persone; restrizioni all’accesso della Russia ai servizi, ai mercati finanziari e ai capitali dell’UE, e non solo.

 

2. Secondo pacchetto di sanzioni | 25 febbraio 2022

A seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Occidente concorda nuove e più rigide sanzioni, che minano seriamente all’economia e alla finanza russa, nonché al settore tecnologico e dei trasporti.

Usa ed UE vietano infatti alle banche russe l’accesso ai finanziamenti di lunga durata nei loro mercati azionari.

I beni di Vladimir Putin vengono congelati, così come quelli di Sergey Lavrov, ministro degli Affari esteri della Federazione russa. Vengono inoltre adottate misure restrittive nei confronti del Consiglio di sicurezza nazionale e di altri membri della Duma.

Vengono infine ampliate a molti più cittadini russi le sanzioni che prevedono il congelamento dei beni e il mancato visto.

 

3. Terzo pacchetto di sanzioni | 28 febbraio

 Il terzo pacchetto delle sanzioni contro la Russia mira a indebolire nettamente l’economia del paese.

Al divieto di fare operazioni con la Banca centrale russa si aggiunge l’esclusione di molte banche russe dal sistema finanziario internazionale SWIFT , cosa che di fatto pregiudica loro la capacità di operare a livello mondiale.

Altre banche ed altre persone (tra cui oligarchi ed imprenditori russi) vengono aggiunte alla lista dei sanzionati, tanto che in data 9 marzo viene raggiunta la quota di 862 persone e 53 entità.

Viene inoltre approvata una sanzione che coinvolge il settore delle comunicazioni: vengono sospese le trasmissioni fuori dalla Russia degli organi di informazione Sputnik e Russia Today poiché con la loro manipolazione delle informazioni  promuovono l’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina.

 

4. Quarto pacchetto di sanzioni | 15 marzo 2022

Questo pacchetto di sanzioni colpisce uno dei centri nevralgici dell’economia russa, ovvero il settore tecnologico. Quindici società di questo settore sono interdette dai mercati finanziari, ed è vietato loro di commercializzare tecnologie e di esportare prodotti dual use .

Vi sono restrizioni anche al commercio dei prodotti siderurgici e dei beni di lusso. La Russia viene inoltre esclusa dalle ‘nazione favorite’ nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio.

Tra i nuovi sanzionati compare Roman Abramovich, amico di Putin e proprietario della squadra di calcio del Chelsea, che pare abbia deciso di venderla per dare i proventi in beneficenza.

 

5. Quinto pacchetto di sanzioni | 8 aprile 2022

Il quinto e ultimo pacchetto riguarda nello specifico il settore energetico. Per la prima volta vi è il divieto di importazione sul carbone russo, cosa che causerà alla Russia una perdita di 8 miliardi di euro l’anno. E già si sta valutando di estendere il divieto anche al gas e al petrolio.

È vietato anche l’accesso alle navi e ai trasporti su strada russi all’interno dell’UE, sebbene vi siano deroghe per alcuni prodotti – agricoli e alimentari, medici e farmaceutici – e per gli aiuti umanitari.

Tra gli ulteriori divieti c’è quello di esportare carburante per aerei, computer quantistici o software, e quello di importare legno, cemento, frutti di mare o liquori, inclusa la vodka.

Il quinto pacchetto di sanzioni prevede anche importanti misure economiche. Tra le principali vi è il divieto totale di transazione per altre quattro banche russe, che rappresentano il 23% del mercato bancario del paese, e il divieto per le imprese russe di partecipare agli appalti pubblici negli Stati membri.

La speranza naturalmente è che le sanzioni indeboliscano l’economia della Russia a tal punto da non poter proseguire l’azione militare. Oggi in Ucraina, domani chissà.

 

Come si ripercuotono le sanzioni sugli operatori finanziari italiani?

La cronistoria delle sanzioni è stata ampiamente presa in considerazione dagli avvocati dello studio Padovan di Milano nel corso di un incontro formativo online, organizzato da Marcons Srl.

In occasione del quinto pacchetto di sanzioni verso la Russia, l’avv. Marco Padovan e l’avv. Francesco Candeago terranno un ulteriore seminario su questo tema, al fine di tracciare le possibili conseguenze delle sanzioni sugli operatori finanziari italiani.