Cos’è e a chi si rivolge la formazione professionale
La formazione professionale è l’insieme dei corsi e delle attività che permettono di acquisire, aggiornare o perfezionare le conoscenze e le competenze tipiche di un settore professionale.
Possono essere formati professionalmente coloro che:
- entrano nel mondo del lavoro e quindi non hanno nessuna esperienza professionale;
- vogliono cambiare lavoro e quindi hanno esperienza in un ambito ma non in un altro;
- hanno già esperienza ma hanno anche bisogno di aggiornarsi.
Tipi di formazione professionale
Esistono diversi tipi di formazione professionale, ognuno con obiettivi e modalità differenti.
Chi entra nel mondo del lavoro, solitamente può accedere a tirocini e stage, attività di apprendistato o di praticantato.
Tra i principali tipi di formazione per chi è già un professionista invece ci sono:
- Formazione in aula. Corsi di tipo tradizionale, che si svolgono solitamente in un periodo di tempo abbastanza lungo e con una certa cadenza settimanale o mensile. Come indica il nome, sono corsi che si svolgono nelle aule di un centro di formazione professionale, oppure nella sede dell’azienda o dell’istituto che devono ricevere tale formazione.
- E-learning. Formazione online, che può avere una cadenza temporale diversificata a seconda delle esigenze e un unico luogo di ritrovo: la piattaforma digitale.
- Seminari e webinar. Incontri di formazione intensiva, che si svolgono in determinate giornate e sono suddivisi per argomenti. I seminari possono essere seguiti dal vivo oppure online (webinar) come i corsi e-learning.
- Coaching e mentoring. Percorsi individuali studiati ad hoc per sviluppare delle competenze mirate.
La formazione professionale nel settore bancario
Come diversi settori professionali, anche quello bancario è in radicale trasformazione per via dei cambiamenti geopolitici, socio-economici e tecnologici.
Gli operatori bancari hanno più che mai bisogno di aggiornarsi: necessità che è stata intercettata e raccolta da molte banche italiane ed europee, le quali investono sempre di più nella formazione interna.
A confermarlo è l’ABI – l’Associazione Bancaria Italiana – secondo la quale nel 2024:
- il 95% delle banche italiane ha attivato programmi di reskilling (cioè con l’obiettivo di imparare nuove competenze per cambiare lavoro) e upskilling (cioè per migliorare le competenze già acquisite);
- sono state erogate circa 40 ore di formazione per dipendente all’anno;
- oltre il 60% della formazione avviene in modalità e-learning o blended (cioè in parte dal vivo e in parte online);
- c’è una forte crescita nei corsi su sostenibilità, innovazione digitale, customer experience e open banking.
Le competenze più richieste agli operatori bancari
Gli operatori bancari devono rimanere continuamente aggiornati affinché abbiano competenza soprattutto in materia di: normativa e regolamentazione, prodotti e servizi bancari, finanza e commercio internazionale, tecnologia e innovazione, sostenibilità e ESG.
Quando parliamo di competenze in materia di normativa e regolamentazione parliamo in particolare di: antiriciclaggio (AML) e conoscenza del cliente (KYC), servizi di investimento (MiFID II) e protezione dei dati personali (GDPR), solidità patrimoniale delle banche (Basilea III e IV), norme della Banca d’Italia e dell’ESMA/EBA, servizi di pagamento e open banking (PSD2) e direttive europee su sostenibilità e finanza ESG. Non solo è essenziale la conoscenza di queste normative ma anche la capacità di applicarle nell’operatività quotidiana.
L’aggiornamento su prodotti e servizi bancari prevede una formazione continua su mutui, prestiti, conti correnti, carte di pagamento; su strumenti finanziari quali obbligazioni, azioni, fondi comuni, ETF; su polizze assicurative e prodotti finanziari ibridi; su servizi digitali quali mobile banking, app, wallet elettronici.
In un panorama geopolitico in continuo cambiamento che trasforma le regole finanziarie e commerciali è necessario, per gli operatori bancari, rimanere aggiornati anche in materia di finanza e commercio internazionale. Il che vuol dire conoscere le tendenze economiche e finanziarie globali, l’andamento dei tassi di interesse, l’inflazione e i cambi, le politiche monetarie di BCE e Fed, nonché saper analizzare i mercati e gli strumenti di investimento.
Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, a seconda delle figure professionali è richiesto un certo grado di aggiornamento che spazia tra temi come: fintech e nuove tecnologie bancarie, conoscenza di blockchain, criptovalute e rischi correlati, cybersecurity, intelligenza artificiale applicata alla finanza, open banking e API. Le competenze digitali, in generale, sono tra quelle che richiedono una formazione continua.
Tra le competenze sempre più richieste agli operatori bancari ci sono quelle inerenti a sostenibilità e ESG. Parliamo quindi di criteri ambientali, sociali e di governance applicati alla finanza, prodotti ESG compliant e requisiti normativi legati alla sostenibilità (SFDR, Tassonomia UE). A seconda del loro profilo professionale, gli operatori devono poter offrire una consulenza sui prodotti di investimento sostenibili e magari supportare la transizione ecologica delle PMI clienti.
Quali sono i trend futuri della formazione bancaria
A quanto sembra, nell’arco di circa cinque anni (2025-2030) potrebbero emergere sia nuovi metodi formativi che nuove competenze richieste agli operatori bancari.
Per quanto riguarda l’evoluzione della formazione, ci sarà sicuramente un’attenzione all’AI e all’etica digitale. Sarà inoltre una formazione sempre più personalizzata e integrata nella routine lavorativa, con l’uso di microlearning e gamification, ovvero moduli brevi, dinamici e interattivi.
Per quanto concerne le competenze che saranno sempre più richieste agli operatori bancari, annoveriamo nuovamente tutto ciò che riguarda l’intelligenza artificiale, nonché nozioni di open banking e blockchain.
La formazione a beneficio di tutti
Investire nella formazione professionale significa investire nel futuro, sia per le banche che per i singoli operatori.
Si tratta di una scelta strategica per chi investe nella formazione, che ricade sul consumatore finale e su tutta la collettività. Un settore bancario moderno e ben funzionante non è solo un motore di profitto, ma può diventare un attore chiave dello sviluppo. Uno sviluppo sostenibile, inclusivo e resiliente.
Questo beneficio, nel lungo periodo, ricade su tutti: cittadini, imprese e Stato.